«...
PAGINA PRECEDENTE
E, così, la storia di Marchionne diventa una delle voci di un canto collettivo che si sarà anche svolto nella Toronto "the good", come i canadesi definiscono la città meno colpita dal crimine organizzato, ma che non è stato affatto semplice. «Lo abbiamo seguito fin dal suo arrivo in Fiat – afferma Sandra Pupatello, ministro del commercio internazionale dell'Ontario, bella donna alta e
legnosa come una friuliana di sangue mitteleuropeo – e il suo successo ha impresso una valenza internazionale a un processo di integrazione e di ascesa che, all'interno del Canada, per noi di origini italiane è faticosamente già avvenuto». Lo esprime senza alcuna retorica "paisà", lei che ha studiato come "Sergio" a Windsor e che, con lui, durante l'operazione Chrysler ha avuto colloqui sugli inevitabili sacrifici per gli stabilimenti canadesi: «Lo posso dire? Siamo orgogliosi».
Intanto, qualche nuvola nera si muove nel cielo di Toronto. E ti viene in mente come, alla passata edizione del Festival dell'economia di Trento, Sergio Marchionne abbia raccontato una cosa di sé: «Che cosa avrei fatto, se non fossi diventato un manager? Mi sarebbe piaciuto studiare fisica, per capire le traiettorie e i movimenti della pioggia. La guardavo sempre da bambino e da adolescente. Mi affascina la pioggia che cade».